Stare da Sola e Scelleratamente Goderne
Ospitiamo un articolo di Marzia Benvenuti, Psicologa e Psicoterapeuta che si occupa delle tematiche del mondo femminile. Mondo inteso come quotidianità. Quella della vita personale, nei contesti sociali e anche vita lavorativa. Una testimonianza personale di Marzia; interessante riflessione sulla solitudine intesa come sentimento e condizione umana che accomuna molte persone. E sappiamo tutti che spesso può sfociare in un rapporto non sempre vantaggioso con se stessi. Restare e sentirsi soli. Anche per opera nel nostro settore: Hostess e Promoter, un lavoro in solitudine.
Immaginiamo che questo contributo possa fungere da input per successivi approfondimenti; pensiamo a tutti i nostri collaboratori Hostess & Steward di Italia che possono aver avuto a che fare con questo sentimento. Allargando la considerazione ipotizziamo che anche le mansioni di Hostess e Promoter, in un certo senso, possano rappresentare una manifestazione della solitudine percepita come stato di solitudine durante lo svolgimento della propria professione.
Quando ero adolescente pensavo che la solitudine fosse direttamente proporzionata alla quantità di amici che mi circondavano o sul numero delle sere che avevo impegnate durante la settimana.
Ovviamente mi sbagliavo.
Io sono una che fa gruppo, compagnia, chiacchiere, sono quella del più siamo meglio è. Ma spesso ho trascorso tempo in compagnia sentendomi sola, perché non avevo niente da condividere, o dire. E ancora di più mi sono sentita sola anche quando ero in coppia, rendendomi conto di perdere tempo.
Non è quanta gente abbiamo intorno a renderci più felici-sereni-tranquilli-sicuri, ma è il come stiamo con noi stessi a fare la differenza.
Non so bene quando ho capito questo, non ricordo il momento preciso. Forse sarà stata la mia indipendenza intrinseca, o forse la mia testardaggine nel voler fare le cose, a capire, che non sempre qualcuno mi sarebbe venuto dietro.
Tutto dipende da che tipo di valutazione facciamo dello stare da soli. Quanto ci siamo simpatiche e se ci consideriamo migliore amiche.
In pratica secondo alcuni studi è come se non ci ritenessimo capaci di soddisfare i propri bisogni e necessità.
Ed ecco che a questo punto ci incasiniamo la vita.
Il tutto è nella nostra testa con idee che in due è meglio, un film-lo-shopping-il-mare, e anche se è vero, perché la condivisione è parte integrante del nostro essere umani. Questo non vuol dire che se sola per-un-giorno-un-weekend-una settimana allora è la fine.
Sono onesta, la paura di rimanere soli è un timore legittimo, l’idea ci spaventa certo. In fondo siamo animali sociali, ma l’immenso valore che diamo all’altro come salvatore del nostro tempo mi pare una cagata immensa. Cioè, in pratica è come se non riconoscessimo la nostra compagnia come efficace ed essenziale a noi stessi.
Quindi? Fermiamoci un attimo, ascoltiamoci senza quel qualcuno che ci dà sicurezza, o conferma. Smettiamo di riempire i vuoti della giornata e iniziamo a scegliere.
- Scegliamo cosa ci piace davvero.
- Scegliamo cosa vogliamo fare da soli o in compagnia.
- Scegliamo con chi desideriamo trascorrere il nostro tempo.
Solitudine è un’etichetta, dipende soltanto da noi come vogliamo interpretarla.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Marzia Benvenuti – Psicologa
E-mail: marziabenvenuti@hotmail.it